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LEGGE DELEGA-art.14
UN’OPPORTUNITA’ MA ANCHE UN’URGENZA!

Editoriale dell' 8 agosto 2014

A cura di Giovanni Emilio Maggi, Presidente Acadi

La legge dell' 11 marzo 2014, n. 23 – meglio nota come “Legge Delega” – demanda al Governo l’adozione di decreti legislativi atti a riordinare, tra l’altro, anche le disposizioni relative al settore del gioco. Gli interventi individuati in questo campo vertono principalmente su aspetti di tipo "sociale" quali la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, la protezione dei minori, la prevenzione del fenomeno della ludopatia, il contrasto al riciclaggio di danaro, ma vi è anche ampio spazio per interventi finalizzati alla riorganizzazione della rete di raccolta del gioco secondo criteri di riduzione e concentrazione, così da garantire nel tempo ambienti sicuri e controllati. Tutti temi di grande rilevanza, che appaiono particolarmente attuali in questo momento storico e che ci auguriamo possano trovare spazio di confronto già dall'inizio del prossimo settembre.
 
L’auspicio di ACADI e di tutti gli operatori a noi legati è che tale riordino tenga conto, oltre che delle istanze sociali che sono maturate negli ultimi due anni, anche delle esigenze di tutti gli operatori del gioco lecito e della necessità di ridare centralità ed omogeneità alle norme di governo del settore, così da riportare un'uniformità normativa ed operativa sull’interno territorio nazionale, nel rispetto della riserva statale e del dettato concessorio.
 
Particolare significato assume in questo contesto la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione poiché, da un lato, le funzioni del nuovo Senato dovrebbero consentire un maggior “raccordo” tra Stato ed enti territoriali – di fatto venuto meno in questi anni con il risultato di un proliferare di normative locali difformi per il settore del gioco - e dall’altro, sul versante regionale, si andrebbe ad incidere sul riparto delle competenze legislative. Se effettivamente venisse eliminata la "legislazione concorrente" che ha prodotto una serie di sovrapposizioni e incongruenze, la legislazione statale si arricchirebbe di alcune materie e funzioni che certamente contribuirebbero a riconfermare la centralità della riserva statale in materia di organizzazione e gestione delle attività di gioco.
 
Questo aspetto per gli addetti ai lavori ha un'importanza fondamentale, considerati gli impatti negativi cagionati negli ultimi due anni dal proliferare di disposizioni regionali e regolamenti comunali in materia di gioco che hanno delimitato fortemente e in maniera molto spesso irrazionale le aree di commercializzazione, portando ad un unico risultato: l’espulsione - immediata o prospettica - del gioco legale dai territori dove sono state adottate norme eccessivamente restrittive, a beneficio dell’offerta di gioco illegale che continua a proliferare indisturbata.
 
Questo risultato perverso è stato raggiunto soprattutto grazie all’adozione del criterio della distanza fisica dai luoghi sensibili introdotto dal c.d. "Decreto Balduzzi" come criterio generale di riordino da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - soggetto individuato dal legislatore come competente in via esclusiva - della rete degli apparecchi e declinato, invece, con grande difformità di applicazione, all’interno di alcune Leggi Regionali. Tale criterio, nell’applicazione regionale, non si fonda su alcuna base scientifica e non appare adeguato a raggiungere l’obiettivo della protezione dei minori e delle persone potenzialmente vulnerabili, ma appare solo influenzato dal montante pregiudizio nei confronti del settore del gioco, in totale dispregio degli interessi erariali e dei diritti garantiti dalle vigenti concessioni, espressamente fatti salvi dalla "Legge Balduzzi" che si riferisce unicamente alle concessioni bandite successivamente alla entrata in vigore della stessa!
 
Come risultato di tutto ciò si sta già assistendo all’inevitabile contrazione dell’offerta legale di gioco che ha subito prodotto, come diretta conseguenza, un forte aumento dell’offerta illegale di gioco (oltre 5.000 punti vendita della c.d "rete parallela" censiti da ADM ed una forte diffusione di strumenti informatici alternativi – tablet, smartphone, etc – che simulano il gioco delle "slot machines" collegati a siti internet illegali) con un evidente effetto negativo, oltre che sui risultati economici degli operatori del gioco legale, sugli aspetti di ordine pubblico, sulla tutela sanitaria e dei minori e con un conseguente e negativo impatto sul gettito erariale.
 
Alla luce di quanto sopra, non possiamo che confermare che il riordino del settore, di cui la Legge Delega si fa portatrice, è un’opportunità sia per i Concessionari che per lo Stato per affrontare alla radice le numerose criticità che, ad oggi, coinvolgono questo mercato. La raccolta sistematica ed organica delle disposizioni vigenti, l’abrogazione di norme incompatibili o non più attuali, l’introduzione di regole trasparenti ed uniformi per l’intero territorio nazionale e la razionalizzazione della rete di raccolta del gioco, riteniamo siano priorità assolute per una corretto posizionamento del settore del gioco nel tessuto sociale italiano. Parallelamente dovrà essere reso maggiormente efficace e giuridicamente certo il principio che per poter esercitare l’attività di gioco lecito in Italia siano indispensabili precisi requisiti (dalla qualifica di Concessionario dello Stato, al possesso di specifici e rigorosi requisiti e di tutte le autorizzazioni richieste), affiancando una maggiore severità e frequenza dei controlli, non solo sulla rete legale, ma anche nei confronti di tutte le attività non svolte nei confini delle norme nazionali, unica strada da perseguire e rafforzare anche a tutela delle decine di migliaia di operatori del settore. 
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