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IL GIOCO LECITO IN ITALIA: UN MERCATO IN CONTINUO DIVENIRE

Editoriale di Cirsa Italia

Milano, 13 maggio 2011 - Per una corretta analisi della situazione del mercato del gioco in Italia in questo momento storico, non si può prescindere dal contesto socio-economico nel quale esso si sviluppa.


È indubbio, infatti, che il Paese nel suo complesso viva un momento delicato, più delicato di quello che si trovano a vivere altre economie occidentali, alle prese con le conseguenze della più grave crisi finanziaria della storia del capitalismo maturo e con le aspettative e le speranze che sorgono dai primi segni di una ripresa mai abbastanza veloce.


D’altra parte i segnali, che pure si vedono, di un possibile rilancio dell’economia sono contraddittori e, spesso, talmente labili da richiedere molta attenzione per essere compresi e stimati correttamente. Le prospettive di crescita del PIL per i prossimi anni sono incoraggianti perché dimostrano un’uscita dai numeri della crisi, ma assolutamente insufficienti per un Paese che vuole mantenere il proprio ruolo di leadership internazionale. Altri grandi paesi industrializzati, come la Germania, la Francia e la Gran Bretagna lasciano prevedere crescite di due o tre volte superiori alla nostra, pur avendo subito anche più di noi le conseguenze della crisi.


Forse la contraddizione è solo apparente. Gli stessi motivi per i quali il nostro sistema del risparmio pubblico e privato ha tenuto meglio di altri nei momenti di più acuta difficoltà, sono quelli per i quali la crescita si prevede più lenta e incerta. L’Italia è un Paese nel quale essere imprenditori, innovare e progettare, è più difficile che in altri. Le motivazioni sono di così lungo corso che appare impossibile attribuire reali responsabilità ai soli amministratori in carica negli ultimi anni, di qualunque colore politico essi fossero.


In un contesto di questo genere, il mercato del gioco lecito ha dimostrato negli ultimi anni di poter essere un’eccezione. Un’eccezione fondamentale.


Che il gioco sia un mercato anticiclico che, al pari di altri quali l’alimentare di qualità, la cosmesi, l’intrattenimento ecc., costruisce le sue migliori performance in un contesto di crisi era risaputo ed è parte condivisa della dottrina economica. Per cui non può stupire che proprio in questi ultimi anni, il nostro mercato abbia fornito risultati eccellenti e garantito reddito a decine di migliaia di famiglie.


La scelta del legislatore, di poco precedente all’arrivo della crisi, di imporre una forte sterzata verso la legalità, l’introduzione di nuovi prodotti e opportunità di gioco, le tecnologie messe al servizio della sicurezza e dell’intrattenimento hanno costituito il forte spunto perché la crescita fosse sana ed equilibrata.


Date queste condizioni, possiamo ben essere fieri di come le aziende coinvolte abbiano saputo fornire professionalità e sostegno ad un mercato che ha consentito di portare, nel 2010, circa 10 miliardi di Euro nelle casse dello Stato. Miliardi che sono serviti per i servizi ed il welfare, per le opere pubbliche e la sanità, per le pensioni e le scuole di milioni di italiani.


Su questo punto dobbiamo, tutti insieme, appropriarci del giusto orgoglio. Il fatto di aver dato un contributo così fattivo alla tenuta del Paese è da solo un buon motivo, anche se non l’unico, per affermare con certezza che, pur con le sue peculiarità, delicatezze, quello del gioco lecito sia un settore economico produttivo e strategico.


A questo proposito, credo che non si possa negare che lo sforzo di innovazione tecnologica e di ricerca fatto da tutti gli attori del mercato potrà avere positive ricadute anche su altri mercati. Parlando di una strategia digitale per il Paese, non si può prescindere dal fatto che l’AAMS abbia, in un tempo relativamente breve, creato la rete di settore più ampia e sviluppata al mondo e che i servizi forniti dai concessionari abbiano contribuito non poco a questa evoluzione verso la diffusione del digitale come strumento di efficienza e controllo.


Ma dove stiamo andando in questo momento?


Sicuramente il mercato nel suo complesso, con la diffusione sempre più capillare delle VLT, l’introduzione di nuovi giochi, la tenuta di quasi tutti quelli tradizionali ed il farsi strada di formule nuove come il gioco online, si avvia a diventare pienamente maturo.


Questo significa che ci aspettano alcuni anni di “assestamento”, nei quali il budget delle famiglie dedicato al gioco, più che aumentare, si riposizionerà armonicamente con l’offerta e le preferenze dei giocatori. È probabile anche che il numero dei giocatori possa aumentare ancora, venendo a scemare quelle resistenze culturali nate all’epoca del gioco illegale e che una nuova cultura del gioco possa consentire una spesa pro-capite più bassa,  ma più capillare e meno impegnativa sulle risorse dei singoli giocatori. In fondo è quello che ci auguriamo tutti noi: il gioco deve essere innanzi tutto intrattenimento e non, o almeno non solo, azzardo puro.


Credo anche che ulteriori risorse potrebbero arrivare da liquidità apportata dal turismo dall’estero. Un turismo che potrà unire la visita alle nostre straordinarie bellezze culturali e naturalistiche all’intrattenimento garantito dalla possibilità di giocare con sicurezza in ambienti di qualità. Un turismo ad alto profilo di spesa, che rappresenterà un’opportunità per quei territori che riusciranno a far convivere l’intrattenimento e l’offerta culturale ed enogastronomica. In fondo, si tratta semplicemente di rimanere nel solco di una tradizione che ha visto l’Italia offrire se stessa al mondo da molti secoli. Un’offerta dove il teatro, lo spettacolo e l’intrattenimento sono da sempre parte peculiare dell’essere italiani, una parte che il mondo ci ha sempre invidiato.


Infine una considerazione puntuale su una delle ipotesi che sembrano profilarsi all’orizzonte, quella di introdurre delle “AWP Plus” al fianco delle VLT e a sostituire, in linea tendenziale, le AWP attualmente sul mercato.


Pur essendo a favore dell’innovazione, ritengo sia prematuro chiamare le aziende del settore ad un altro cospicuo investimento, in tempi così ravvicinati rispetto agli importanti impegni economici rappresentati dalle Comma 6a e dalle VLT. Non solo per ovvie ragioni di conto economico, ma anche perché occorre prima studiare il mercato, capire il tasso di cannibalizzazione tra VLT e AWP e approfondire le preferenze dei giocatori, per poter tarare una nuova offerta su queste basi.


Inoltre, è troppo recente l’introduzione delle VLT, peraltro ben lontana dall’essere terminata, per poter disporre di dati affidabili ed occorre, quindi, attendere il momento giusto perché una novità, come tale di per sé né giusta né sbagliata, possa essere studiata ed eventualmente proposta al consumatore finale nella forma più adeguata.


Nonostante i recenti successi, non perdere di vista la prudenza, consci che il mercato non possa espandersi all’infinito, è una condizione fondamentale per poter continuare ad essere un punto di riferimento credibile per il sistema economico del Paese
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