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LA “GARA” DEL GIOCO LECITO Editoriale di Massimo Ruta

Roma, 7 giugno 2011 - La gara che nell’aprile del 2004 assegnò le licenze a 10 concessionari per la creazione della rete degli apparecchi da intrattenimento (Newslots prima e, dal 2010, anche Videolotteries) ha rappresentato uno snodo fondamentale nella regolamentazione del mercato del gioco in Italia.  Si può infatti affermare che ha costituito la prima vera apertura del mercato ad una pluralità di operatori aventi caratteristiche e requisiti idonei alla gestione di questo tipo di attività. L’unica iniziativa precedente di questo genere era stata la gara per la gestione in concessione dei giochi sportivi a totalizzatore (Totocalcio & C.), di qualche anno prima, che non era riuscita nell’intento di aprire il mercato ad operatori italiani e/o stranieri non ancora attivi sul mercato italiano, essendosela aggiudicata le tre aziende già “storicamente” presenti  nel settore.


La gara fu un successo perché vennero attribuite concessioni a tutti i partecipanti (ad esclusione dell’unico che non aveva presentato la documentazione richiesta) e si iniziarono a definire ed implementare quelle regole, più che mai necessarie al nostro Paese, per governare il settore del gioco, che fino ad allora era ancora in gran parte relegato in quella zona “grigia” in cui la criminalità organizzata può trovare terreno fertile per le proprie attività.


Partecipare e soddisfare i criteri che Aams imponeva di rispettare non fu semplice: basti ricordare il grande impegno di ciascun concessionario per collegare ad una rete fisica almeno 5.000 apparecchi e, quindi, diverse migliaia di esercenti, controllare la compatibilità loro e quella dei luoghi fisici deputati con i diversi requisiti del bando, le fideiussioni a garanzia della partecipazione ed infine la messa in rete vera e propria, con tutte le fasi del collaudo del sistema informatico. Ma fu un’azione necessaria innanzitutto ad “affrancare” il settore da quell’area “grigia” sopra citata, ed in secondo luogo, ma non meno importante, a fornire garanzie di trasparenza e regolarità a tutti i protagonisti della filiera coinvolti, soprattutto ai giocatori.


Lo scoglio piu’ difficile da superare fu proprio quello tecnico legato al collegamento telematico di tutti gli apparecchi: mai, infatti, si era realizzata una rete così capillare e, soprattutto, in così poco tempo (e non solo in Italia). Le infrastrutture di riferimento nel nostro paese non erano, probabilmente, pronte a sostenere un impatto così forte. Sebbene con qualche difficoltà, anche quell’ostacolo venne superato, ed oggi la rete esistente, con circa 350 mila apparecchi collegati, è sicuramente un vanto sia per il legislatore, che ha creduto fortemente nella necessità di questa regolamentazione, sia  per le aziende, in  larghissima parte italiane, che hanno supportato la complessa implementazione di tale struttura.


L’industria degli apparecchi da intrattenimento rappresenta, tra l’altro, la parte più consistente dell’industria del gioco in Italia:  in termini di raccolta con oltre 30,3 miliardi di euro nel 2010 e quasi 10 miliardi nel primo trimestre 2011; in termini di penetrazione nel territorio con oltre 340 mila apparecchi Newslot in esercizio (e piu’ di 380 mila nulla osta concessi) e circa 20 mila Vlt installate allo scorso aprile.


Ma una nuova evoluzione del settore potrebbe realizzarsi oggi sia grazie alla introduzione di nuovi apparecchi, posizionabili in ambianti “non dedicati” che consentirebbero all’industria italiana, soprattutto quella legata alla produzione, di diventare competitiva con i produttori esteri di VLT aprendo cosi  nuovi orizzonti sia in termini economici che occupazionali, che grazie all’allargamento del mercato a nuovi concessionari.


Il ruolo dei Gestori resterebbe comunque centrale nella “filiera” mantenendo una posizione fondamentale di tramite tra il concessionario e l’esercente, lasciando inalterate sia l’importanza della loro rete commerciale sia quella della loro capacità di penetrazione nel territorio.


Ulteriori stimoli al settore potrebbero arrivare dalla individuazione di nuovi concessionari, attraverso la procedura di gara annunciata da tempo ed ormai imminente, che coinvolgerà sicuramente, oltre ai dieci concessionari già esistenti, altri soggetti pronti ad affacciarsi su questo scenario, riaprendo il mercato e modificando inevitabilmente i rapporti di forza al suo interno. La durata di questo nuovo pacchetto di autorizzazioni, rispettando le direttive comunitarie, sarà di 9 anni e di sicuro si aprirà una nuova e importante fase nella quale tutti, vecchi e nuovi, si impegneranno al massimo nello spirito di una sana competizione auspicabilmente scevra da favoritismi sia verso l’esperienza dei 10 concessionari che verso l’inesperienza dei nuovi soggetti
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