Principi della Delega Fiscale e quesiti
A fine novembre presso la Camera dei Deputati è stata trattata l’interrogazione a risposta immediata in Commissione VI Finanze (numero 5/01665 del 27/11/2023) avente ad oggetto le previste modalità di attuazione della Delega Fiscale, tenuto conto delle istruzioni impartite proprio dalla Delega Fiscale che “prevede princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni sui giochi pubblici, con specifico riguardo alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, anche attraverso l’impiego di forme di comunicazione del gioco legale coerenti con l’esigenza di tutela di detti soggetti, alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco d’azzardo, alla dislocazione territoriale degli esercizi, alla riserva statale nella organizzazione ed esercizio dei giochi, alla partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e di pianificazione e (…) all’accesso, da parte dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività di prevenzione e cura della patologia da gioco d’azzardo, ai dati concernenti la diffusione territoriale, la raccolta, la spesa e la tassazione dei giochi autorizzati di qualsiasi tipologia e classificazione”.
I quesiti nascono dal fatto che sebbene la Delega Fiscale preveda un riordino dell’intero comparto, il Governo abbia dimostrato di ritenere di procedere dando priorità al riordino della verticale distributiva dell’on line, con specifiche modalità i cui contenuti sono stati anticipati già all’epoca da agenzie di stampa.
La presenza capillare sui territori dei punti di gioco è un valore
In particolare l’interrogazione mette in evidenza tra gli altri un aspetto secondo cui, posto che l’attuazione della Delega risulterebbe caratterizzata da “una sorta di regolarizzazione del punti vendita e ricarica (Pvr) (…) in tal modo si aumenta l’offerta di gioco e vengono depotenziati i presìdi contro le dipendenze”.
Il Ministero delle Finanze, attraverso il Sottosegretario Sandra Savino, precisa che i “punti di offerta del gioco pubblico (…) costituiscono, in relazione alle presenti misure di tutela del giocatore e alla formazione degli esercenti, di cui si prevede il potenziamento nei decreti delegati, un presidio per la prevenzione del gioco patologico a differenza dell’offerta illegale”.
Viene quindi cristallizzato un principio generale secondo cui l’offerta pubblica di gioco sui territori non può che essere vista come uno strumento di attuazione delle politiche pubbliche, anche di natura sanitaria e nello specifico per il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo.
Ed è di tutta evidenza che le politiche pubbliche in materia sanitaria vedono come protagonisti non solo lo Stato ma, in virtù del Titolo V della Costituzione, anche le Regioni e le Province Autonome, senza contare il ruolo dei Comuni per la gestione dell’erogazione dei servizi sui propri territori, in virtù del TUEL.
In fondo, anche in questo modo viene chiarita l’importanza di una presenza capillare sul territorio dell’offerta pubblica di gioco ai fini della tutela dell’interesse pubblico della tutela dell’utente, tutta a disposizione delle istituzioni coinvolte.
Il fenomeno dell’ibridizzazione dell’on line e il mantenimento dei livelli di gettito erariale
Sul tema dei PVR il Mef velocemente precisa che tali esercizi “peraltro già operanti sul territorio, non effettuano raccolta di gioco on-line essendo esclusivamente abilitati a svolgere operazioni di assistenza al giocatore in ordine alle operazioni di apertura dei conti di gioco e di ricarica degli stessi”.
Non vengono messi in luce, in particolare, gli aspetti critici di quello che da alcuni è stato definito fenomeno del rischio dell’ibridizzazione del gioco a distanza con quello distribuito sui territori.
Tale fenomeno, se non gestito correttamente e se abbandonato alle distorsioni illegali, è idoneo a compromettere anzi tutto i livelli esistenti di gettito.
A tali considerazioni si giunge ovviamente nella misura in cui le distorsioni del fenomeno dell’ibridizzazione siano idonee a determinare lo sversamento smodato e accelerato della domanda di gioco dal fisico all’on line che, come noto, presentano parametri di pay out e livelli di tassazione completamente diversi che, ad esempio (dati 2022), fanno sì che a sostanziale parità di spesa dei giocatori vi sia un rapporto di contribuzione al gettito erariale complessivo di 1, on line, a 10, fisico.
Va chiarito anche con fermezza che la distribuzione on line con i parametri richiamati è correttamente impostata ed è a sua volta fondamentale per consentire un efficace presidio di legalità del web che, come il territorio, è a sua volta costantemente attenzionato dall’offerta illegale sempre pronta a soddisfare una domanda di gioco che comunque esiste.
Ciò che tuttavia non può essere perso di vista sono le eventuali conseguenze distorsive di fenomeni illegali, o anche la mancanza di una gestione complessiva del fenomeno delle distribuzioni on line e retail che rischiano di determinare sversamenti repentini di domanda di gioco, tali da compromettere il vincolo posto dal legislatore di realizzare una riforma a invarianza di gettito erariale.
Il coinvolgimento degli enti del territorio e la tutela effettiva dell’utente
L’interrogazione pone, infine, il tema della necessità del coinvolgimento degli stakeholders, laddove precisa che: “sarebbe utile sapere se sia in corso un confronto con i soggetti interessati dal riordino del settore dei giochi in particolare se vi sia il coinvolgimento degli enti territoriali per un intervento organico di riparto delle competenze e razionalizzazione della normativa”.
A tale riguardo vale la pena mettere in evidenza da subito che se, da un lato, giustamente il quesito richiama nella sua prima parte la necessità di coinvolgere “i soggetti interessati dal riordino del settore dei giochi pubblici” poi, dall’altro, però tra questi richiama solo gli enti del territorio, lasciando fuori ad esempio gli operatori che invece avrebbero potuto essere coinvolti anche formalmente per l’esperienza accumulata negli anni.
Ma al di là di tale aspetto il quesito è ben posto nel richiamare l’attenzione sulla necessità di coinvolgere i soggetti istituzionali che hanno l’obbligo di occuparsi degli aspetti sanitari che si sviluppano sul territorio.
Non solo, ma il quesito si palesa ben posto anche nella parte in cui sottolinea l’esigenza della natura organica dell’intervento richiesto dalla Delega Fiscale “di riparto delle competenze e razionalizzazione della normativa”. Come a dire che un intervento organico debba essere inteso come un intervento ordinato, armonico, coerente, che dunque abbia una sua unicità.
Al riguardo, nella risposta del MEF si ricorda che la Delega richiamata “all’articolo 15, comma 2, lettera b), tende proprio a favorire l’avvio di un confronto tecnico e politico, in sede di Conferenza Stato, regioni ed enti locali, volto a superare armonicamente le attuali distonie regolatorie che si registrano attualmente per i diversi territori regionali e comunali”.
Ebbene sul punto si ritiene che se, da un lato, è vero che la Delega prevede esattamente il coinvolgimento degli enti del territorio, dall’altro, forse vale la pena mettere in evidenza alcuni ulteriori aspetti, sempre desumibili dalla Delega, e che si palesano fondamentali per una corretta interpretazione della volontà politica orientata a tutelare gli interessi pubblici sottesi all’esistenza del comparto.
In particolare, va ricordata l’esigenza che in Conferenza Stato, Regioni e Comuni sia portata la valutazione del riordino riferito a tutte le tipologie di gioco, siano esse distribuite on line, siano esse distribuite attraverso la rete fisica.
Non deve infatti ingannare il fatto che i prodotti distribuiti on line in quanto tali, in quanto non distribuiti dalla rete fisica, possano non essere di interesse della Conferenza tra Stato, Regioni e Comuni. Anche prodotti di gioco on line, infatti, rientrano perfettamente nel perimetro di interesse della Conferenza perché le concessioni on line, messe a disposizione dello Stato, sono per legge distribuite sul territorio italiano e dunque sui territori delle Regioni e delle Provincie (come si è visto essere competenti a definire i distanziometri dei punti che si occupano di gioco per il Titolo V della Costituzione) così come sui territori dei Comuni (come si è visto competenti a stabilire le limitazioni di orari di distribuzione di prodotti di gioco, per il TUEL).
Per questo, anche nel decreto attuativo del mese di dicembre riservato all’on line viene richiamato il riferimento ad un passaggio operato in Conferenza.
Il punto che si pone ulteriormente è dato dal fatto che la Conferenza non possa non valutare congiuntamente sia gli aspetti relativi alla distribuzione dei prodotti on line e dei relativi Pvr, sia gli aspetti relativi alla distribuzione dei prodotti retail, sia gli aspetti relativi alle interrelazioni tra on line e fisico, senza trascurare fenomeni di ibridazione.
Conclusioni
L’esigenza di una valutazione complessiva e simultanea di tutte le tipologie di gioco e di tutte le forme di distribuzione voluta anche dal legislatore della Delega Fiscale nell’ambito della Conferenza Stato, Regioni e Comuni, si pone necessariamente per operare quell’intervento organico sopra richiamato finalizzato soprattutto ad un contrasto al disturbo da gioco d’azzardo ordinato, armonico, coerente e quindi concretamente efficace che non faccia acqua da qualche parte, che tenga conto dei fenomeni distorsivi e dei conseguenti sversamenti repentini di cui si è detto.
Il tutto anche per evitare che non venga rispettato il vincolo di mantenimento dei livelli di gettito erariale, oltre che di presidio effettivo di legalità.
Geronimo Cardia