Roma, 1 aprile 2011 - Enada ha chiuso da poco i battenti, confermandosi ancora una volta luogo di incontro e confronto fra i protagonisti del comparto del gioco: istituzioni, da una parte, concessionari ed operatori del settore dall’altra. Quest’anno, più di altri, però, si è registrata la crescente apprensione degli operatori che temono fortemente la contrazione del settore delle comma 6a a favore delle sempre più diffuse VLT.
Dagli inizi del 2011, l’installazione di VLT in sale dedicate al gioco ha subito una forte accelerazione, ed i risultati parlano chiaro: sono apparecchi in grado di registrare incassi elevati, esercitando sul giocatore un forte appeal dovuto al payoutdecisamente più interessante, alla coesistenza sullo stesso apparecchio di differenti tematiche di gioco costantemente implementabili, alla garanzia di un contesto di giococontrollato centralmente.
E’ comprensibile, pertanto, che il settore tema l’offuscamento delle tradizionali slot e con esso l’obsolescenza di un comparto che finora ha dimostrato comunque di resistere bene alla crisi produttiva che invece ha colpito altri settori dell’economia italiana. E’ altrettanto prevedibile, però, che la macchina del gioco non si fermerà qui: la nascita dell’Agenzia dei Giochi, il potenziamento di AAMS sul territorio, testimoniano l’estrema attenzione delle istituzioni al mercato dei giochi pubblici che, nel 2010, ha raggiunto la soglia del 4% del PIL nazionale ed ha riversato nelle casse dello Stato ben 9,9 miliardi di euro. Dei 61,4 miliardi di incasso, il contributo di slot e VLT supera il 50%. Nessuna meraviglia, quindi, che il Regolatore concentri la sua attenzione su sicurezza e responsabilità nel gioco, due fattori dai quali, viste le cifre in ballo, non si può né si deve prescindere.
Ma perché proprio ora l’evoluzione del mercato degli apparecchi preoccupa così tanto gli addetti ai lavori?
Se guardiamo indietro, il percorso tracciato dal legislatore è stato caratterizzato dalla forte determinazione nella battaglia contro il sommerso e l’illecito, facendo sempre salva la garanzianei riguardi del fattore occupazionale di un settore che vanta decine di migliaia di operatori. In questo percorso, la tecnologia si è sempre più affermata come l’elemento determinante il cambiamento.
La prima slot, inizialmente elettromeccanica e successivamente modernizzata da schede elettroniche, funzionava stand alonein completa “autogestione operazionale” e spesso, troppo spesso, in balia della mancanza di scrupoli di alcuni operatori concentrati molto sui propri interessi e molto meno su quelli della comunità.
Il legislatore per prima cosa è intervenuto sul fattore “autogestione”, dando vita ad una rete che, collegando gli apparecchi, consentisse di controllarne le regole operative locali e di acquisirne gli elementi economici rilevanti.
In seguito ha potenziato la sicurezza, introducendo una smart card che amministrasse l’abilitazione dell’apparecchio alla raccolta di gioco.
Fin qui, il processo di produzione di apparecchi e componenti annessi è statosostanzialmente salvaguardato, e con esso la continuità operativa delle aziende del settore.
Il recente avvento delle VLT ha rappresentato il vero salto generazionale, trasferendo il cervello del gioco dalla scheda dell’apparecchio al sistema centrale del concessionario. Ed i protagonisti di questo nuovo scenario tecnologico sono stati, indiscutibilmente, i grandi gruppi internazionali, che hanno importato (ed adeguato ai requisiti normativi italiani) architetture ed apparecchi di gioco ampiamente diffusi all’estero.
La centralità operativa dei nuovi sistemi è, verosimilmente, il fattore che produrrà le prossime innovazioni del settore, proprio quelle legate al potenziamento della sicurezza e responsabilità nel gioco. L’adozione di una carta-giocatore potrebbe coniugare, ad esempio, l’esigenza di prevenire fenomeni di ludopatia nei giocatori con quella di ridurre il rischio denaro degli esercenti.
A questo punto è del tutto evidente che le aziendeitaliane, nessuna esclusa,non possano non tener conto dei segnali sempre più forti di una volontà di continuare sulla strada dell’innovazione a servizio della legalità. Su questa strada non solo ignorare, ma anche rincorrere l’evoluzione rischia di essere perdente.
La disponibilità manifestata dal Governo, nella persona dell’on. Giorgetti - Sottosegretario al Ministero dell'Economia e Finanze con delega ai Giochi - intervenuto al convegno organizzato da Sapar ad Enada lo scorso venerdì 18 marzo, nei riguardi di una politica di incentivi orientati a sostenere innovazione e ricerca dovrebbe fornire una spinta importanteper gli operatori italiani a raccogliere la sfida dei grandi colossi internazionali ed a confrontarsi con loro sul terreno della modernità, affidabilità ed innovazione.
Innovazione significa capacità di trasformarsi, di costruire sinergie, di giocare d’anticipo. E’ una rivoluzione culturale, ancor prima che tecnologica, che supera le barriere dell’associazionismo campanilista e traguarda verso politiche imprenditoriali che, prendendo atto delle nuove esigenze, siano in grado di proporsi con un’offerta di servizio adeguata ed efficace.