Roma, 11 novembre 2010 - Degna di segnalazione l’iniziativa del Comune di Sassuolo dove, di fronte al crescente numero di richieste d’intervento da parte dei cittadini nei confronti del dilagare del “gioco d’azzardo”, si è compreso che a nulla serve l’applicazione di un regime proibizionista che, di fatto, va a colpire le attività legali, i cui apparecchi da gioco certificati dallo Stato sono una garanzia di tutela del giocatore, e non risolve il problema dei meccanismi “rovina famiglie”, a cui si riferiscono le denunce dei cittadini, rappresentati da apparecchi illegali.
A spiegare la vicenda Francesco Menani, Vicesindaco del comune emiliano nonché assessore alla sicurezza e protezione civile: “L'intervento nei confronti del gioco pubblico si è reso necessario in seguito alle tante segnalazioni pervenute dai cittadini che lamentavano dei casi di persone e familiari rovinati dal gioco d'azzardo. Effettuando una serie di controlli abbiamo riscontrato un’effettiva attività illegale sul territorio che ha portato a diversi sequestri negli ultimi mesi” (circa 30 le slot illegali sequestrate da inizio anno). “Quello di cui ci siamo però resi conto è che la regolamentazione vigente risultava poco efficace per reprimere tale fenomeno e, soprattutto, per scoraggiare gli esercenti e i gestori nel perseverare nelle attività illegali. Per questo abbiamo provveduto emanando una Delibera di Giunta (in vigore dalla sua approvazione dello scorso 11 ottobre) con la quale andiamo a inasprire la pena e a disporre la sospensione dell'attività, con ulteriore aggravio in caso di reiterazione del reato, fino ad arrivare alla definitiva chiusura dell'attività”. In questo modo, spiega il vicesindaco, “vogliamo sconfiggere il fenomeno alla radice. Contiamo che, attraverso queste nuove pene e i controlli effettuati in modo molto più assiduo, potremo responsabilizzare gli esercenti evitando che possano essere tentati dalle offerte di gioco illegale con l'idea di guadagni facili e la speranza di non essere colti sul fatto”.
“Abbiamo studiato il fenomeno” prosegue Menani “di concerto con le categorie e la collaborazione dell'Associazione AS.TRO e abbiamo capito che intervenendo sulle aperture dei locali o con delle limitazioni dell'esercizio delle slot, non si risolve il problema, perché questo deriva dalle offerte illegali, com'è evidente dalle segnalazioni dei cittadini che ci raccontavano di aver perso anche 3 o 4 mila euro in una macchinetta. Serve presenza sul territorio e certezza della pena per sconfiggere il gioco illegale e, quindi, per tutelare i cittadini”.
A confermare la validità della scelta dell’amministrazione comunale interviene Stefano Faso, Comandante della Polizia Municipale di Sassuolo: “Dopo l'inasprimento delle pene e l'attività di contrasto al gioco illegale che abbiamo intensificato nell'ultimo periodo abbiamo assistito a un netto calo del fenomeno che, almeno in queste prime settimane, sembrerebbe praticamente debellato. E' evidente tuttavia che non possiamo pensare di aver risolto il problema in quanto sarebbe bello, ma sicuramente da ingenui. Per questo non abbassiamo la guardia e continuiamo con l'attività di controllo nei locali. Del resto – aggiunge il Comandante – gli addetti ai lavori dopo l'emanazione della nuova ordinanza sono sottoposti a controlli assidui e frequenti mirati all'esercizio del gioco e proprio questa presenza costante sul territorio è mirata a scoraggiare ogni forma di illegalità. Un esercente sa e deve sapere che, se una volta viene controllato, potrebbe ricevere un nuovo controllo anche a distanza di pochi giorni e non deve mai sentirsi tentato da un'offerta illegale”.
Esemplare il contenuto della Delibera di Giunta in vigore a Sassuolo che prevede una 'pena' che può raggiungere i 20 giorni di chiusura dell'attività in caso di esercizio di gioco illegale con il numero di giorni di chiusura fissato a due giorni per ogni macchina illegale rinvenuta e con un minimo di 5 giorni. In caso di comportamento recidivo, per la seconda volta in cui si è colti con apparecchi illegali il minimo dei giorni di chiusura sale a 10 giorni e la terza volta si arriva alla revoca immediata della licenza. Il tutto, naturalmente, con sanzioni aspre e proporzionate al reato e alla sua recidività.