PAYOUT 2010 di Francesca d’Ottavio

Roma, 27 dicembre 2010 - Gli ultimi giorni dell’anno sono soliti offrire spunti di riflessione per analisi e consuntivi e le New Slot, a quanto pare, non fanno eccezione.

Tirando le somme del 2010, ci si è trovati davanti a un giocato di 30 miliardi di euro, una cifra esaltante se non fosse fortemente decurtata da un payout del 75% fissato per legge, che ha restituito ai giocatori circa 23 miliardi di euro sotto forma di vincita.

Dicendo questo, non vogliamo cadere in fraintendimenti: le New Slot sono state un buon business, il mercato dei giochi con apparecchi da intrattenimento è in espansione e le cifre più che soddisfacenti. Semplicemente, vogliamo evidenziare che il nostro settore presenta sovente numeri roboanti che non sono, nella realtà dei fatti, nella disponibilità delle società che li hanno prodotti.

Volendo esprimerci in modo chiaro e concreto, poniamo l’accento sul fatto che di quei 30 miliardi di euro, quelli di cui effettivamente si dispone sono circa 7 e, in buona parte, servono per pagare le tasse, coprire le spese di un’industria che offre livelli occupazionali altissimi in controtendenza con la crisi del mercato del lavoro e investire nello sviluppo tecnologico (basti pensare al rapido avvicendamento delle comma 6 con le comma 6a ed ora con le vlt).

Torniamo ai numeri. La tassa sulle New Slot, il P.R.E.U., Prelievo Erariale Unico, è del 12,6% e viene calcolato sull’intero volume di affari, ergo sui 30 miliardi di euro, per un totale di 3,780 miliardi di euro; poi c’è lo 0,80% spettante ad Aams e corrispondente a 240 milioni di euro. Se tiriamo le somme, siamo scesi a miliardi 2,980 miliardi di euro che remunerano l’intera filiera: concessionari, gestori ed esercenti.

Certamente sono innumerevoli le società che vorrebbero gestire fatturati con questi zeri, nessuno lo mette in dubbio! Però, quando parliamo di “cifre” riferite al mercato delle New Slot, teniamo sempre presente la proporzione sotto riportata: