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GIOCO PUBBLICO: INDUSTRIA, LEGALITA’, GIOCO RESPONSABILE E FINI SOCIALI.

IL RISVOLTO DI UN PREGIUDIZIO di Giovanni Emilio Maggi
 

Brindisi, 6 ottobre 2011 - Nell’ultimo decennio il settore del gioco lecito è cresciuto a ritmi elevatissimi grazie ad una regolazione normativa che ha favorito l’apertura alla concorrenza e ad un processo di sviluppo tecnologico che è maturato all’interno di un contesto dove la legalità, la trasparenza e la responsabilità verso i consumatori e lo Stato sono stati i comuni denominatori.

 

Fra i vari comparti del gioco è nato, in particolare, un grande mercato dell’intrattenimento che ha sottratto fondi e spazi economici alla criminalità. Grazie a questi risultati l’industria italiana del gioco in generale, ed il settore delle Newslot in particolare, oggi si pongono come modello all’avanguardia nel mondo, oggetto di studio da parte di altri paesi, in quanto in Italia è nata la più grande rete di interconnessione di apparecchi esistente al mondo.

Tuttavia la percezione che si ha del settore continua a essere “non positiva”. Nell’opinione pubblica, nei media e spesso nelle Amministrazioni, il gioco legalizzato, se pur largamente accettato, viene per lo più vissuto con un certo disagio e, nel caso delle Amministrazioni locali, come un’imposizione/ingerenza dello Stato sul proprio territorio.

 

Manca – a nostro avviso - la consapevolezza che lo Stato italiano, attraverso le sue norme e l’attività di AAMS, ha trasformato il settore, sottraendolo all’illegalità, per farne una vera e propria forma di intrattenimento, godibile e accessibile a tutti, controllata e sicura.

  

Da qui emergono due esigenze: la necessità di cambiare la percezione e l’immagine distorta che si ha del settore utilizzando anche la leva della comunicazione, per poter trasmettere ai media, agli interlocutori istituzionali e – alla fine – anche al pubblico una corretta conoscenza della realtà dell’industria del gioco, potendo farne apprezzare i vantaggi che porta al Paese; occorre anche sviluppare parallelamente una rete di rapporti con gli Amministratori locali, al fine di condividere esigenze e problematiche. Sappiamo bene che in questo tipo di attività non è possibile prevedere tutte le sfaccettature e le problematiche che si presenteranno nel momento di applicazione di una legge.

 

Con il Governo e i Monopoli di Stato, che ringrazio per l’impegno che hanno profuso negli anni, siamo riusciti a stabilire un dialogo e un confronto constanti che significano incontri interlocutori sui problemi e ricerca congiunta delle soluzioni. Solo in questo modo il gioco pubblico può svilupparsi in modo sano.

 

Credo che quello stesso dialogo, vada intrapreso con le Amministrazioni locali affinché possiate vederci al vostro fianco nelle operazioni di bonifica di certi ambienti e di tutela di tutela de giocatori.

 

Il mercato italiano degli apparecchi da intrattenimento, a seguito degli indirizzi del Parlamento e del Governo del 2002 e del 2003, infatti, è stato oggetto di una profonda azione di legalizzazione e di regolazione ideata ed impostata a fronte di una situazione originata da una forte domanda di intrattenimento con vincite in denaro, allora soddisfatta da centinaia di migliaia di videopoker diffusi su tutto il territorio nazionale e caratterizzata da:

-          diffusa illegalità,

-          proliferazione di pagamenti sottobanco di vincite in denaro, allora non permesse,

-          limitatissima tutela del consumatore,

-          assenza pressoché totale di introiti erariali,

-          inesistenza di un modello economico di gestione pubblica del settore.

 

Con l’obiettivo di risolvere e superare queste tematiche, sono stati vietati nel 2003 i videopoker ed è stata normata e progettata la prima generazione di NewSlot, distribuita a partire dal mese di marzo del 2004, a cui è seguita la gara per l’individuazione dei concessionari (30 giugno 2004).

Il modello di gestione ha consentito di raggiungere i principali obiettivi delle politiche pubbliche:

1)     il contrasto al gioco illegale, assicurando l’ordine pubblico e favorendo la crescita di imprese regolari e, più in generale, di una moderna industria dell’intrattenimento con vincite in denaro;

2)     la tutela dei consumatori, garantendo regole certe per i giochi offerti;

3)     recupero di entrate erariali prima inesistenti.

 

Che la nascita dei concessionari abbia rappresentato il momento di svolta per l’emersione del gioco illecito è un fatto oggettivo.

 

La regolamentazione del gioco ha rappresentato una forma di tutela per i giocatori: il payout è fissato per legge, le macchine sono collegate in rete e la nostra assunzione di responsabilità - in aggiunta alle precise specifiche tecniche di AAMS e Sogei - ci ha fatto investire in ricerca e innovazione tecnologica per dotarci di sistemi sempre più sofisticati.

 

Oggi siamo arrivati ai sistemi di Videolotterie, avviati nella seconda parte del 2010, che rappresentano, a livello mondiale, il punto più alto del controllo e della sicurezza, rafforzato dal fatto che le VLT vengono installate solo in ambienti dedicati, elemento rilevatore di un processo ancora più marcato verso l'offerta di gioco legale e sicuro.

Non solo, sempre maggiore è anche il margine di ritorno garantito per il giocatore: con le NewSlot era del 75%, con le VLT è dell’85%.

 

Ma attenzione al giocatore non è solo quanto gli torna in tasca, il discorso è assai più profondo ed è qui che stiamo investendo come aziende e come associazioni, con studi riguardanti il fenomeno delle ludopatie e partnership per contribuire a campagne sociali.

 

Per quanto riguarda il secondo punto, riporto solo un esempio. Il comparto del gaming ha aderito dal 2004 alla campagna di Aams e Telethon “Il gioco fa rotta sulla ricerca”,  per raccogliere fondi per sostenere la ricerca per la cura delle malattie genetiche. Bene, sapete di quanto è stato il contributo?

 

€ 3.175.959

 

Questo solo per dire che il gioco non va demonizzato perché può essere utilizzato per finalità benefiche.

 

Vogliamo affiancare sempre più AAMS sul tema dell’impegno sociale e nelle sue campagne sul gioco sicuro. Il tema della lotta alle ludopatie ci sta particolarmente a cuore e vogliamo, da soli, ma anche insieme a Confindustria ed alle altre associazioni di settore, operare per divenire parte attiva e propositiva nella lotta alla dipendenza da gioco. 

 

Lo scorso mese di agosto, abbiamo presentato i primi risultati di una ricerca triennale, commissionata alla Fondazione per la Sussidiarietà che si è avvalsa della collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e del suo Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (ModaCult), che ha l’obiettivo di monitorare in modo continuativo la percezione, le tendenze evolutive e la considerazione sociale del gioco pubblico in particolare da parte del mondo giovanile.

 

E’ stata condotta un’indagine qualitativa con l’obiettivo di rilevare la percezione, le reazioni e i valori associati al gioco e ai suoi protagonisti, attraverso alcuni focus group che hanno coinvolto giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Questi gruppi hanno permesso di far emergere e mettere a confronto differenti punti di vista, di individuare le tematiche relative al gioco responsabile ritenute più rilevanti e necessarie di approfondimento, ma soprattutto hanno consentito di individuare un’interessante serie di archetipi che allargano la visione spesso stereotipata del comportamento dei giocatori.

 

La seconda parte della ricerca, ad oggi nella sua fase iniziale, tende ad aprirsi a canali di partecipazione più interattivi attraverso un blog, che ha già superato i 300 interventi, al fine di recepire in maniera più dinamica ed efficace le ipotesi creative ed i contributi allo sviluppo dei valori della responsabilità, sia nella pratica che nella comunicazione dei giochi.

 

Nelle fasi successive della ricerca verranno anche osservate le modalità di approccio e partecipazione dei giocatori in alcuni luoghi emblematici del gioco-scommessa e sarà coinvolto un panel di esperti, rappresentativi di diversi mondi economici e culturali italiani.

 

La decisione di uno studio triennale che avviasse un rapporto diretto e duraturo, è la dimostrazione del nostro impegno verso un’attività di contrasto delle ludopatie non sporadica ed occasionale ma scientifica e permanente. D’altro canto, non dimentichiamo che uno dei problemi maggiori nel contrasto di tali forme di dipendenza, nasce dal fatto di non conoscere la materia: sono le dipendenze senza sostanza per le quali non basta una terapia farmacologica, ma serve un supporto psicologico consapevole e professionale.

 In questo contesto la pubblicazione del decreto sul contingentamento ha posto fine a una fase durante la quale la normativa sul rispetto dei criteri quantitativi delle installazioni ha vissuto un momento di ambiguità che non ha giovato alla chiarezza. 


Il nuovo decreto definisce parametri per l'individuazione del numero massimo di apparecchi installabili nei vari punti vendita e introduce una disciplina di tutela del sistema fondata principalmente su protocolli telematici; ciò eleva qualitativamente il rango della normativa sul "contingentamento", collocandola nell'alveo delle regole di rispetto del gioco lecito, imponendo a tutta la filiera precisi doveri e oneri.

Mi sembra di poter chiudere il mio intervento dicendo che da parte degli operatori c’è tutta la disponibilità ad avviare quel dialogo, di cui parlavo prima, con le Amministrazioni locali che possa portare alla reciproca comprensione di problemi ed esigenze da risolvere congiuntamente mantenendo come obiettivo primo la tutela e l’interesse del consumatore.

Per ulteriori notizie sul convegno tenutosi a Brindisi, visitare il link:

http://www.gioconews.it/index.php?option=com_acymailing&ctrl=archive&task=view&mailid=398&key=7f8af5be7ada44aacc17ce650fd32f35&subid=1239-a815daed548269e0ecf969e7f509b3fa

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