
Il superamento della questione territoriale continua a tardare per ragioni sostanziali così come di tecnica legislativa. Le riduzioni dei numeri registrate negli anni, confermate ed acuite negli ultimi mesi, impongono riflessioni su eventuali misure anticipatorie di quel riequilibrio voluto dalla stessa delega fiscale. (Jamma, luglio 2025)
L’attuale assetto normativo territoriale di tutela della salute è inadeguato e crea effetti collaterali
Le attuali misure del territorio (distanze ed orari espulsivi) penalizzano la tutela della salute perché applicate di fatto solo agli apparecchi: negli anni hanno solo spostato e peggiorato il problema.
Questo rende le misure anzitutto in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione (tutela della salute) e conseguentemente non proporzionate e non ragionevoli così ingiustamente ledendo i principi costituzionali dell’ordine pubblico (perdita di punti sul territorio con perdita di presidio di legalità), del gettito erariale (perdita di gettito erariale), dell’impresa e del lavoro (chiusura di imprese e perdita di posti di lavoro).
Se si va a vedere nel tempo i problemi che queste misure hanno determinato è possibile fare un veloce riepilogo. Esse sono riuscite a: (i) determinare effetti negativi sulla salute (con la proibizione totale o parziale degli apparecchi, spiegano gli psichiatri, si creano effetti negativi sulla salute); (ii) determinare effetti negativi sull’ordine pubblico (lasciando al contrabbando tutto il territorio o una parte importante dello stesso, si creano seri temi in termini di sicurezza); (iii) determinare perdite di gettito erariale da emersione (marginalizzando pesantemente la presenza di offerta, si abbatte il gettito erariale come dicono i dati degli ultimi anni); (iv) determinare l’impossibilità di fare le nuove gare di assegnazione delle concessioni scadute (vietando in tutto o in gran parte il territorio, comunque lo Stato è costretto a fare le proroghe tecniche ed onerose); (v) comprimere fino ad impedire l’attività economica e l’occupazione (palesandosi le misure non utili per la salute, si determinano sproporzionate e non giustificabili le violazioni alle imprese e le perdite di posti di lavoro).
Gli strumenti tecnologici per la tutela effettiva della salute
Quello che serve per tutelare la salute e rendere sostenibile il comparto degli apparecchi ed i suoi valori è un prodotto
safe assicurato dalla tecnologia che: (i) riconosce i tratti somatici di un eventuale minore sfuggito ai controlli degli esercenti, senza identificare affatto la persona e rispettandone al 100% la privacy; (ii) riconosce una condotta di gioco problematica o patologica agendo con una messaggistica adeguata, senza identificare affatto la persona e rispettandone al 100% la privacy.
Così come è certamente utile il registro di autoesclusione applicabile anche agli apparecchi
Il riordino, le gare e la stabilità per finanziare gli investimenti in tecnologia
Per fare questo bisogna fare investimenti, per fare investimenti bisogna avere le concessioni non in proroga e fare le gare. Per fare le gare occorre togliere subito le misure espulsive di distanze ed orari che non tutelano la salute.
Per questo il riordino dovrebbe superare distanziometri e limiti orari per apparecchi, sia pure calmierati, e sostituirli con la visione globale di protezione della salute che ha al centro gli strumenti tecnologici richiamati.
Tuttavia i tavoli tecnici hanno visto sin ora la partecipazione di rappresentati delle regioni e non, che ancora pretendono di trovare una soluzione in un certo numero di metri di distanza o di ore e in criteri distanziali tra punti selettivamente definiti, senza guardare alla vera soluzione del problema. In questo contesto il dialogo aperto può favorire la discussione sulle giuste soluzioni.
Lo slittamento dei tempi per il riordino del territorio
Si è assistito alla formalizzazione della proroga dell’esecuzione della delega fiscale prima fino a dicembre 2025 e poi fino ad agosto 2026.
Ed infatti, la Legge n. 111 del 9/8/2023, la Delega al Governo per la riforma fiscale, all’inizio stabiliva all’art. 1, comma 1, che “
Il Governo è delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, (…) uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario” (i.e. agosto 2025).
Successivamente il Ddl presentato alla Camera il 6/5/2025 (atto 2384) recante “
Modifiche alla legge 9 agosto 2023, n. 111, recante delega al Governo per la riforma fiscale” ha formulato la proposta di rinvio dei termini per attuare la riforma fiscale prevedendo in particolare
“Alla legge 9 agosto 2023, n. 111, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 1: 1) al comma 1, primo periodo, le parole: « entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge » sono sostituite dalle seguenti: « entro il 31 dicembre 2025 »”
Infine, è stato approvato l’emendamento proposto nella seduta del 3/6/2025 contenente l’ulteriore rinvio come di seguito indicato: “
Al comma 1, lettera a)
, sostituire il numero 1) con il seguente: 1) al comma 1, primo periodo, la parola: «
ventiquattro» è sostituita dalla seguente: «
trentasei»” (i.e. agosto 2026).
Tamponare lo slittamento dei tempi con misure di riequilibrio sia pure provvisorie.
In questo ulteriore spazio di tempo che il legislatore si è dato per l’attuazione della delega, certamente potrà essere ulteriormente approfondito il tema della modalità di corretta gestione della questione territoriale.
E’ vero che si ha più tempo per condividere meglio i punti evidenziati.
Ma è anche vero che i dati che si registrano da tempo, come quelli attuali, confermano il continuo calo dei numeri relativi al comparto degli apparecchi: del loro gettito, del numero delle loro imprese e dell’occupazione.
A dicembre 2024 per la prima volta si è registrato un calo complessivo del gettito dell’intero comparto e nel corso del primo semestre 2025 i dati di spesa degli utenti degli apparecchi continuano vedere segno negativo.
Dal punto di vista dell’interesse pubblico, questo fatto occorre sia visto come un aspetto che è relativo all’intero comparto, perché, di questo, il settore degli apparecchi cuba e rappresenta la gran parte dei macro numeri.
Dunque, se i tempi si dilatano come detto, sarebbe auspicabile una misura di sostegno ai parametri degli apparecchi che avvii il riequilibrio, pure chiesto dalla delega fiscale, senza attendere l’avvio a regime di un nuovo corso concessorio. Ed infatti, con le premesse indicate, questo avvio è immaginabile operativo ed effettivo prima della fine del 2026, inizio del 2027?
Conclusioni
Tra le misure provvisorie da anticipare vi sarebbe spazio per una riduzione del PREU che negli anni per gli apparecchi è stato aumentato a dismisura, come denunziato già nel 2018 dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio? Certo in questo modo potrebbero altresì gettarsi le basi per completare le valutazioni sull’opportunità di un riequilibrio del pay out, senza trascurare altre opzioni.
Geronimo Cardia
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