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"NEL NOME DELLA LEGALITÀ" IL GIOCO PUBBLICO METTE TUTTI D’ACCORDO

di Francesca d’Ottavio

Roma, 24 aprile 2012 – Quando ci si pone davanti a una realtà che coinvolge molteplici attori, si dovrebbe avere sempre la capacità di puntare lo sguardo sull’obiettivo da raggiungere piuttosto che

abbassarlo inesorabilmente sulla propria posizione di partenza. L’attitudine a guardare oltre, infatti, consente una visuale più ampia nella quale si può cogliere che, seppur partendo da convinzioni e

rappresentanze assai distanti tra loro, si converge tutti verso il raggiungimento del medesimo traguardo.

 

La dimostrazione della veridicità di questa teoria, è il convegno “Nel Nome della Legalità”, promosso da Codere, che si è svolto questa mattina, nella suggestiva cornice della Sala delle Riunioni della Reggia di Caserta.

 

Allo stesso tavolo, a dibattere di gioco pubblico, accanto all’”Impresa”, sedevano la politica, le amministrazioni, le forze dell’ordine e persino un’associazione di consumatori, ognuno esprimendo

la sua opinione in modo armonico, spogliati dai pregiudizi sul settore del gaming, in vista di un obiettivo comune: consentire al gioco di rimanere tale, ovvero, di apportare quello spirito ludico, che trova radice nei ludi romani e che accompagna l’uomo da sempre, come ricordato da Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg1 e moderatore del convegno, contrastando illegalità e patologia.

 

“L’azione di contrasto al gioco illegale investe – dichiara il Capitano Pisaniello del Nucleo di Polizia Tributaria della GdF - direttamente e trasversalmente le funzioni attribuite alla Guardia di Finanza, in quanto le offerte di gioco illecite mettono in pericolo sia gli interessi finanziari dello Stato, perché producono evasione fiscale, sia quelli del mercato e degli operatori onesti, poiché danneggiano gli operatori autorizzati e che rispettano le regole e sia, infine, la sicurezza dei consumatori e, più in generale, dell’ordine pubblico, dal momento che le attività ludiche non garantite dallo Stato sono insicure e pericolose ed attirano, per gli elevati profitti che vi sono connessi, l’interesse della criminalità organizzata”.

 

Poche parole che evidenziano subito come il contrasto del gioco illecito, sia un fattore comune, seppur motivato da interessi diversi, che danneggia tutti: in primis le aziende, ma va dallo Stato al

Consumatore, passando per l’intera comunità che, a causa delle mancate entrate erariali, ottiene meno servizi pubblici. In tal senso, è fondamentale il lavoro svolto dalla GdF nell’espletamento dei controlli e nel monitoraggio del settore, supportati dall’operatività delle sedi centrale e territoriali dei Monopoli di Stato che, come afferma Felice Esposito, rappresentante Aams della Campania, si basano sul “sistema concessorio che dal 2003 permette la gestione del gioco lecito che si regge su due pilastri: il controllo e la prevenzione”.

 

E’, allora, bene ricordare che in un certo senso, in Concessionari sono la longa manus di Aams e che hanno materialmente agito, attraverso, per esempio, la creazione della messa in rete degli apparecchi da gioco, nell’atto di regolamentazione del mercato, avvenuto nel 2004.

 

Un lavoro complesso, dunque, dove ognuno ha il suo ruolo. Infatti, per la realizzazione di un efficace contrasto all’illecito, è preziosissimo il contributo dei comuni che, come sottolineato dal sindaco di Maddaloni, Antonio Cerreto, si impegnano “nel ruolo di sentinelle delle nostre comunità e dei nostri cittadini”.

 

L’industria del gioco, tuttavia, è ben lungi dall’essere “solo un problema”, come talvolta sentiamo erroneamente dire, perché, come afferma Pio Dei Gaudio, sindaco di Caserta, “viviamo una realtà

economica disastrata che ha perso la grande industria e può trovare solo nel turismo e nel settore del divertimento (il comparto del gaming rappresenta la terza industria italiana, ndr) una chance di crescita”.

 

In questo ambito di collaborazione e condivisione, “si collocano – come dichiara Massimo Ruta, country manager per l’Italia di Codere - i nostri progetti e le nostre scelte aziendali dirette a sostenere appunto trasparenza, sicurezza e legalità nelle attività di gioco, che devono essere sempre più adatte ed efficaci nell’arginare fenomeni di distorsione che possano sfociare nella ludopatia o in altre forme di dipendenza”.

 

Il discorso di Ruta, ottiene il plauso del prefetto della commissione antiusura e antiracket della Regione Campania, Malvano, che sottolinea quanto questo genere di iniziative sul mondo del gioco “sono lontane dalle azioni di sequestro delle bische a Napoli che da giovane poliziotto facevo alla fine degli anni ’70. Ora per fortuna è cambiato tutto. E posso impegnarmi come responsabile delle politiche di sicurezza”.

 

Il gioco, spogliato dal pregiudizio e considerato nella sua complessità, ovvero includendo l’impegno delle aziende concessionarie che tengono al profitto tanto quanto all’etica, dialoga positivamente

anche con chi del settore vive la parte malata: un’associazione come Primo Consumo che, come ricorda l’avvocato Hillestrom, “ha trovato nella sensibilità di Codere verso i suoi clienti una sponda importante per analizzare il mondo del gioco e i suoi fenomeni discorsivi”.

 

“Abbiamo pensato e costruito – prosegue Hillestrom - un numero verde Game Over che fornisce supporto a chi manifesta un rapporto patologico con il mondo del gioco. Abbiamo partecipato alla formazione del personale dell’azienda per meglio prepararlo a gestire i clienti che manifestassero comportamenti ludopatici. Vogliamo aiutare Codere a pensare un gioco dalla parte del consumatore garantito”.

 

Intenzione e progetto sposato, come racconta la dottoressa Sofia Bianco, anche da S.O.F.I.A. Onlus, che interviene nei casi di richiesta di aiuto delle famiglie campane coinvolte in maniera sbagliata dal gioco, soprattutto le donne” e che vuole fornire il suo apporto “con la nostra esperienza sul campo, aiutando chi ha questo genere di disturbo, di dipendenza senza nessuna sostanza. Come avviene con il Numero verde Game Over, anche noi forniamo il supporto di un esperto,

un terapeuta che sappia conquistare la fiducia della persona e riportarla al gusto di giocare per divertirsi. E non giocare per cambiare la propria vita”.

 

Per concludere, credo che l’iniziativa di oggi sia la dimostrazione tangibile, non solo dell’impegno quotidianamente profuso da chi opera a vario titolo nel settore, ma anche e soprattutto, della possibilità di cooperare tutti per il bene del consumatore, abbandonando strumentalizzazioni e facili qualunquismi.

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