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C'E' GIOCO E GIOCO

A Montecitorio il confronto sul tema
Lunedì 9 Novembre, presso la sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, si è tenuto il convegno "C'è gioco e gioco", in occasione della presentazione dell'omonimo libro di Giampiero Moncada.

Un'opportunità importante per trattare tematiche di attualità quali la differenza tra intrattenimento e azzardo, sul quale sono intervenuti Don Armando Zappolini, portavoce di "Mettiamoci in Gioco",  Maurizio Fiasco, della Consulta Nazionale Antiusura, e Matteo Iori, della Comunità Papa Giovanni XXIII.

L'Onorevole Paola Binetti ha sottolineando la complessità dell'oggetto del convegno, che si presta inevitabilmente a mille chiavi di lettura: "il problema non è il gioco in sé, giocare fa bene", ha affermato, aggiungendo che è però necessario regolamentare in modo più deciso il settore.

Una nuova consapevolezza sul ruolo del gioco come intrattenimento e sull'importanza del gioco legale è emersa anche dagli interventi sul tema "Lavorare nel mondo dei giochi", trattato da Guglielmo Angelozzi (presidente Acadi), Maurizio Ughi (Obiettivo 2016), Massimiliano Pucci (vicepresidente di Sistema Gioco Italia) e Stefano Sbordoni, presidente UTIS (Unione Totoricevitori Sportivi).

Pier Paolo Baretta (Sottosegretario MEF con delega ai giochi) ha posto l'accento sull'allarme creatosi attorno al gioco negli ultimi tempi, probabilmente dovuto ad un'offerta eccessiva. Il punto di equilibrio, ha affermato, si potrà raggiungere fornendo intrattenimento controllato e legale, ponendo maggiore attenzione alle situazioni di rischio potenziale che alimentano l'allarme mediatico. Ha poi riconosciuto l'importanza del settore industriale e di una delega fiscale che sappia rispondere ai quesiti di un argomento che rimane complesso e per certi versi contraddittorio. Anche qui la domanda sembra essere "si vuole abolire il gioco oppure trovare un equilibrio?". Il riferimento è anche agli enti locali: il Governo, infatti, propone oggi una soluzione basata sul volume complessivo dell'offerta ma, non offrendo una regolamentazione in merito, lascia agli enti locali la decisionalità su dove collocarla.

Regolamentare sembra dunque l'unica via e, a tal proposito, si è anche parlato della possibilità di ridurre drasticamente la pubblicità, come auspicato dall'On. Binetti. Angelozzi sull'ultimo punto ha affermato: "È possibile trovare una sintesi tra le esigenze delle parti sociali, dei movimenti anti-gioco, delle aziende concessionarie e degli operatori. Basta affrontare le questioni che i soggetti pongono e capire come potremmo rispondere". Non c'è nessuna contrarietà, almeno da parte di Acadi, a ridurre l'offerta ed implementare soluzioni tecnologiche in grado di rispondere alla necessità di maggiore sicurezza.
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