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Coesione, dialogo e responsabilità

I prossimi nove anni saranno cruciali per il futuro del settore dei giochi sia per la sfida imprenditoriale nell’attuale difficile contesto economico, sia per la responsabilità che ci viene nuovamente richiesta dal nostro delicato ruolo. 

Dopo anni di forte crescita l’industria dei giochi ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo. Se in passato, infatti, l’erosione di quote di mercato al gioco illegale è stata inesorabile ed ha portato all’allargamento del bacino di utenti per le nostre aziende oggi la situazione è profondamente cambiata. L’iper regolamentazione, la continua contrazione dei margini all'interno della filiera, la lentezza del legislatore nel seguire l'innovazione della nostra offerta, si sono rivelati i principali fattori di rallentamento della crescita del nostro settore. 

La nostra prima sfida è quindi quella di migliorare il nostro livello di interlocuzione con le istituzioni. In particolare è nostro compito far comprendere come l'equilibrio tra esigenze di gettito erariale e sostenibilità industriale stia radicalmente mutando e vada pertanto ripensato. Come successo per altri settori in passato, e penso ad esempio all'industria del tabacco, anche noi non possiamo più accettare la logica del "bancomat", non possiamo più essere soggetti ai quali richiedere soldi per la copertura della spesa pubblica negando la giusta interlocuzione sulla sostenibilità di tali interventi. Non possiamo più accettare questo meccanismo perché la continua contrazione dei margini rischia di mettere in ginocchio la nostra giovane industria, diminuendone la capacità di offerta e, potenzialmente, costringendo la domanda a cercare altrove una nuova offerta, spesso rappresentata dal gioco illegale. 

Per affrontare questa nuova fase è necessaria una ritrovata partnership tra concessionari, gestori ed esercenti. In questi anni il tema della coesione della filiera è stato posto con troppa poca forza, quasi non fosse una condizione necessaria. L’attuale contesto ci impone, invece, di ripensare al nostro settore dal punto di vista dell’intera filiera per dare coerenza ed efficacia alle nostre proposte. Gli interessi sono comuni. Le problematiche sono comuni. Le soluzioni devono essere comuni. 

Le seconda grande sfida riguarda la responsabilità. Nei primi otto anni di vita del settore abbiamo raggiunto livelli tecnologici e di professionalità che da un lato garantiscono certezza nella riscossione dei gettiti erariali, dall’altro certezza nella qualità e sicurezza dell’offerta per il giocatore. Sono i due ruoli che il regolatore ci ha chiesto di svolgere. Possiamo dirlo di averlo fatto al meglio, raggiungendo livelli di eccellenza ormai d’esempio a livello internazionale. 

Oggi ci viene richiesta una nuova assunzione di responsabilità, quella sociale. I numeri del fenomeno del gioco d'azzardo patologico sono ancora bassi e sostanzialmente sotto controllo. Ma è nostro preciso compito non sottovalutarli. La razionalizzazione delle rete ci permetterà di rendere ancora più sicuri i punti di gioco così come sarà indispensabile adeguare la nostra presenza alle esigenze di dialogo con le comunità che ci ospitano. Dovremmo pensare ad una presenza "dolce", integrata con i bisogni e la cultura dei quartieri. Anche in questo caso la sfida può e deve essere vinta a livello di filiera. Questo il nostro impegno che, come sempre, sarà portato avanti con consapevolezza, serietà e rispetto dei ruoli. 

di Fabio Schiavolin

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