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Comunicato stampa di ACADI sulla discriminazione dei giochi nella riapertura

18 maggio 2020
Nel giorno in cui l’Italia prova a lasciarsi alle spalle l’era del lockdown per il Covid-19 e fa ripartire le economie del Paese, il governo decide di tenere chiuso il settore del Gioco Pubblico. È una decisione che classifica come cittadini di serie B tutti i 75.000 lavoratori diretti del comparto e discrimina le 65.000 attività sul territorio. È una scelta che oggi possiamo considerare di natura ideologica, alla luce del fatto che il Comparto può garantire tutte le misure di sicurezza sanitarie, le stesse garantite per altre attività come il commercio al dettaglio o come attività che per natura sono ad alta affluenza di pubblico. La sospensione del Gioco Pubblico non solo crea un grave problema occupazionale con ripercussioni gravissime sui lavoratori, ma è un favore a chi gestisce il gioco illegale sul nostro territorio. Il ruolo delle concessioni pubbliche, infatti, è anche quello di canalizzare il giocatore in una esperienza di gioco misurata, controllata e all’interno della legalità. L’assenza di un presidio sul territorio, dunque, regala spazio all’esperienza illegale che è esponenzialmente nociva sia per il cittadino sia per il tessuto sociale. Facciamo dunque appello a una presa di coscienza da parte delle autorità e delle istituzioni affinché il Gioco Pubblico sia riaperto subito”.

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