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ACADI "IN AUDIZIONE REGIONE PIEMONTE MANIFESTATI CRITICITÀ COMPARTO"

10 ottobre 2019
Il Presidente Geronimo Cardia conferma che oggi Acadi con i suoi rappresentanti in audizione in Regione Piemonte ha avuto modo di rappresentare i profili di criticità che riguardano le conseguenze delle misure imposte da Regioni e Comuni che, vietando la distribuzione del gioco pubblico dalla sostanziale totalità del territorio, determinano la marginalizzazione, se non l’effetto espulsivo, dell’offerta legale. Si tratta di misure che, oltre a non essere armonizzate tra di loro e con la normativa nazionale, oltre a non essere riconosciute come efficaci per la prevenzione dalle più recenti ricerche epidemiologiche pubbliche (Istituto Superiore di Sanità, CNR altri studi scientifici, da ultimo EURISPES), determinano - per errori tecnici palesi - il venir meno dell’offerta pubblica su intere aree di territorio del relativo gettito erariale, oltre che di numerosi posti di lavoro. Vi sono già, negli ultimi mesi, segnali degli effetti di riduzione della raccolta di gioco con apparecchi da intrattenimento (base imponibile del prelievo), ma per sversamenti della domanda nell’offerta illegale. I meri aumenti di tassazione non rendono strutturale il gettito e modificano radicalmente le condizioni di esercizio delle concessioni, pregiudicandone il loro equilibrio nonché la sostenibilità degli investimenti imposti dalle stesse concessioni e già effettuati. La continuità di gettito erariale sarà ancor più difficile da mantenere nei prossimi mesi quando importanti riduzioni della rete distributiva in concessione saranno provocate dalle misure espulsive regionali in Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, aggiungendosi a quelle già in essere in Piemonte che peraltro ha espulso anche dalle sale il gioco pubblico con gli apparecchi a partire dal mese di maggio 2019. ACADI ed i propri Associati hanno già avuto modo di rappresentare in diverse sedi istituzionali che un distanziometro espulsivo per errore tecnico come quello della Legge Regione Piemonte numero 9 del 2/5/2016 è in grado di determinare conseguenze nefaste sul piano della mancata tutela della salute e del risparmio dei cittadini utenti, dell’ordine pubblico, del gettito erariale, dell’impresa e del lavoro.  Sono talmente tanti i luoghi sensibili indicati ed è talmente ampio il raggio di interdizione che risulterebbe vietata la sostanziale totalità del territorio. Le valutazioni scientifiche sull’inidoneità di un distanziometro espulsivo a contrastare il disturbo da gioco d’azzardo e sul rischio che il medesimo vada addirittura contro lo scopo della norma istitutiva, da un lato, gli studi peritali urbanistici che asseverano l’errore tecnico sopra descritto, dall’altro, suggeriscono di valutare con grande attenzione la possibilità che le amministrazioni competenti effettuino una verifica tecnica preventiva delle conseguenze dell’applicazione in concreto del distanziometro come impostato, del numero delle espulsioni delle realtà esistenti conseguente, dell’ampiezza delle zone residuali e della inidoneità delle medesime ad ospitare un’offerta di gioco legale adeguata.   Recenti studi scientifici nel frattempo pubblicati ed incentrati sul territorio Piemontese sono giunti a conclusioni preoccupanti sul piano dell’inefficacia della misura, della perdita di gettito, della diffusione dell’illegalità, della chiusura di centinaia di imprese e della perdita di migliaia di posti di lavoro sul territorio (cfr., in particolare, studio Eurispes sul Piemonte di maggio 2019). Nel frattempo in Piemonte sono state sostanzialmente cancellate dalla norma le verticali distributive dell’offerta pubblica di gioco degli apparecchi presso esercizi generalisti come Bar e Tabacchi (dal 20 novembre 2017) e dalle sale (dal 20 maggio 2019).  Ora, dunque, per il territorio la situazione può definirsi emergenziale. Per questo, per consentire l’individuazione dell’efficace e misurata azione da porre in essere, si impone una moratoria tecnica che assicuri la riattivazione immediata dell’offerta pubblica di gioco, come fatto da altre Regioni virtuose come l’Abruzzo, Calabria, Liguria, Marche, Toscana, Provincia di Trento, Puglia. Esse hanno ritenuto di sospendere o ri-regolamentare l’entrata in vigore dei distanziometri espulsivi, facendo salva da subito l’offerta pubblica di gioco delle realtà esistenti. Il consigliere Acadi Cangianelli ha inoltre messo in luce la centralità del sistema concessorio quale presidio di legalità e controllo.
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