L’importanza della volontà politica
Anzitutto va fatto un plauso alla determinazione con cui la volontà politica in questi mesi sta affrontando il riordino del comparto che negli anni è stato troppe volte prima annunciato e poi abbandonato.
Dei tentativi di riordino non andati a buon fine negli ultimi anni parlo da pagina 39 del libro da poco pubblicato con Giappichelli “
Il Gioco Pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali” con le prefazioni dell’On. Sandra Savino, Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze con delega ai rapporti con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, del Sen. Massimo Garavaglia, Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, dell’On. Marco Osnato, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, del Dott. Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei Conti e Presidente Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio.
Ora occorre che il riordino appena cominciato veda il suo completamento, posto che il medesimo, si è detto più volte, è stato concepito dal legislatore della Delega per essere unitario e complessivo, per una gestione equilibrata della regolamentazione dell’intero sistema concessorio.
Equilibrio nella valutazione dell’effettiva (non) valenza dell’attuale sistema di misure di contrasto (distanziometro e limitazioni orarie)
In Conferenza Stato Regioni occorre si trovino soluzioni equilibrate alla Questione Territoriale, mettendo in sicurezza la regolamentazione di tutti i prodotti di gioco, assicurando in modo equilibrato tutela dell’utente, mantenimento livelli di gettito erariale e di presidio di legalità. In questa sede è bene si faccia chiarezza sull’effettiva valenza per il contrasto al DGA delle misure attualmente esistenti.
Il tutto per una gestione equilibrata ed un contenimento consapevole della compulsività, per il mantenimento degli attuali livelli di gettito erariale richiesti dalla Delega stessa e per assicurare in modo equilibrato alle filiere dei giochi tutti il giusto ruolo, a partire da quella generalista. Ciò consentirebbe tra l’altro di non trascurare gli aspetti occupazionali.
Questi anni di applicazione delle leggi regionali e dei regolamenti comunali non hanno dato risultati in termini di tutela degli utenti e per il futuro pongono dei grandi interrogativi sulla loro capacità di mantenere gli attuali livelli di gettito.
Il coraggio di mettere al bando le fake news e di passare ad un sistema finanziato di contrasto efficace e sostenibile
Bisognerebbe avere il coraggio di mettere al bando le fake news e valorizzare gli effetti importati e concreti delle tante possibili misure di prevenzione e delle importanti cure sanitarie a disposizione per contrastare il DGA. Su questo basterebbe ricordare gli strumenti di politica attiva predisposti da territori virtuosi come quelli della Regione Campania o anche tutti gli studi scientifici in materia che pure ormai da tempo si susseguono.
Per far fare sistema, agli enti del territorio sarebbe fondamentale dare attuazione all’idea di destinare le risorse agli enti locali, ma che siano prese dal gettito di tutti i giochi e non solo da quello degli apparecchi (per ovvie ragioni legate al principio di comorbilità) e ovviamente senza aumenti di tassazione.
Il registro di autoesclusione, qualificazione della domanda e qualificazione dell’offerta
Anche la Legge Delega mette in evidenza strumenti importanti come quello del registro di autoesclusione previsto oggi per l’on line ma da mettere a terra anche per altri prodotti. Su questo va fatto un chiarimento. Si deve puntare anche sull’innovazione tecnologica del prodotto, così come sulla gestione dei parametri e come detto sul registro di autoesclusione ma, attenzione, ogni investimento ulteriore va previsto solo dopo la stabilizzazione dell’intero sistema concessorio.
Nelle politiche attive è fondamentale spingere sul processo di qualificazione della domanda con campagne informative mirate.
Così come va continuato il processo di qualificazione dell’offerta con la formazione, puntando molto sulla rete generalista per il suo ruolo fondamentale e per la sua esperienza a gestire prodotti altrettanto delicati quali non solo il tabacco ma anche i superalcolici. Proprio per queste ragioni l’equilibrio va ricercato tra rete specializzata e rete generalista, da un lato, e, nell’ambito di quest’ultima, tra bar e tabacchi, dall’altro.
Il bello ed il brutto di oggi del modello italiano
Bisogna avere la consapevolezza che il modello italiano è un modello autentico per l’estero per presidio ci controlli, trasparenza dei dati, puntualità di pagamenti. Solo nelle distanze ci si distingue ma in negativo. Tra l’altro in Spagna i Giudici locali come è noto hanno già rimesso la questione di legittimità alla Corte di Giustizia perché si sono accorti del problema dei distanziometri espulsivi ed applicati in modo non equilibrato al comparto.
L’importanza dei principi di presidio capillare dei territori
Se proprio si vuole rimanere agganciati a criteri di distanze in ogni caso andrebbero fatte salve le realtà preesistenti ed in particolare quelle della rete generalista che da sola assicura il presidio della gran parte dei comuni d’Italia.
E poi non si può dimenticare di formalizzare un principio di sopravvivenza dei punti di gioco ai cambi di proprietà, alla previsione di nuove concessioni e all’insorgenza di nuovi punti riconducibili a luoghi sensibili o alla previsione di nuove tipologie di luoghi sensibili. Ormai l’esperienza che abbiamo accumulato tutti in tanti anni di applicazione non equilibrata dei distanziometri e delle limitazioni orarie è in grado di suggerire con chiarezza quali sono gli strumenti per aggirare le anomalie di siffatte misure.
Tra queste misure di salvaguardia non può essere dimenticata la cristallizzazione del principio di presidio capillare dell’offerta pubblica, consentendo di difenderlo in sede giudiziale in caso di violazione.
In alcuni casi si è sentito parlare di prevedere ma per le nuove realtà sistemi di distanza tra punti piuttosto che da luoghi sensibili, ma se poi si vuole proprio rimanere agganciati al concetto di distanziometro ci sono dei principi di equilibrio da cui non sembra ci si possa discostare per una gestione equilibrata di giochi pubblici.
Un’ulteriore riduzione dell’offerta di apparecchi della rete generalista (già al di sotto del taglio obiettivo dell’Intesa del 2017) sarebbe inattuabile.
I luoghi sensibili dovrebbero essere solo quelli che manifestamente presentino esigenze di presidio distanziale: forse solo le scuole o i centri specializzati per le dipendenze ed andrebbero ridotti i metri di interdizione come fatto in Campania o in Puglia, stabilendo come sistema di calcolo quello del percorso pedonale più breve, perché se l’obiettivo è quello di porre una distanza tra le persone ed i punti di gioco è chiaro che questi non volino.
Andrebbero previste misure di verifica preventiva ed a posteriori del rispetto del principio del presidio capillare, formalizzando una percentuale minima di insediamento che deve essere assicurata sull’intero territorio di ciascun comune.
Conclusioni
Va monitorato dunque il completamento dei principi della Delega con una riforma equilibrata per superare la questione territoriale ed una riforma che dia equilibrio e stabilità ai profili fiscali. Sullo sfondo ci sono interessi costituzionali da tutelare: sbloccare le gare per le concessioni in proroga, dare equilibrio alla tutela degli utenti, assicurare il mantenimento dei livelli di gettito, non arretrare i presidi di legalità conquistati, non perdere i livelli di occupazione raggiunti con la rete generalista e superare ed invertire quindi il trend delle anomalie rilevate e denunziate dai dati degli ultimi anni che sono sotto gli occhi di tutti.
Geronimo Cardia
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